Wednesday, October 13, 2010

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ROADS FOR THE LEAF WATCHING GAMBERALDI



A trek up to an antique
path taken by those who wanted
avoid customs Grand
UCAL

Claudio Mercatali



Gamberaldi is a less isolated than it looks. In this map of 1822 the house and the cemetery are represented in detail because the place was important. The historic Repetti, in his Dictionary of 1833 describes this area as there:
... Gamberaldi (Camparaldum or Campus Heralds) in Valle del Lamone. - Monte house and that gave the title to a parish (St. Matthew in Gamberaldi) on 'es tremble edge of the Grand Ducal Romagna and the diocese flower Ntina with co ntado and diocese of Faenza, about 3 miles northwest of Tuscan Marradi. The mountain of Gamberaldi is one of the northern foothills that rise between the Senio and Lamone in the Tuscan Romagna .... "


Q ui is the heart of the feud of Maghinardo Pagani, that dominated these sites in the fourteenth century and is mentioned by Dante. The ba Susinana to give, his favorite residence, a few kilometers through the mountains. The viability of the area is a mix of straducce and tracks from a ridge to another. We are on the border between two regions that were two states, the limiti dei comuni di Marradi, Pa­lazzuolo sul Senio, Brisighella e anch e Casola Valsenio. Nella seconda metà del ‘300 Firenze si impadronì della zona, e così per quasi 500 anni fu di confine con lo Stato Pontificio. La li­nea di demarcazione è tracciata in bella evi­denza nelle antiche carte. Però la moltitu­dine di sentieri e stra­delli, fra val­lette e crinali permetteva di “filtrare” da uno stato all’altro con una certa facilità.

Per chi abitava a Gamberaldi il traffico “tran­sfrontaliero” un po’ clandestino dava un reddito per inte­grare gli scarsi pro­venti agrari. Insomma la zona si prestava bene al contrabbando e all’ eva­sione delle tasse di dogana e del dazio. La Roma­gna “esportava” il sale e il grano, la To­scana l’olio e il vino. Il Granducato di To­scana fino ad un certo punto tollerava questi traffici , un po’ come fa oggi l’Italia con chi va e viene dalla Sviz­zera. In fondo si trat­tava di commerci mi­nimi. Nel 1833 la parrocchia di S.Matteo a Gamberaldi aveva 102 abitanti.

A destra: la carta del catasto Leopoldino (1822) con la linea di confine con lo Stato Pontificio (zona di Valmìgnolo). A sinistra : la the villa of Gamberaldi Fabroni. Below: Pratesi coat of arms. Above is written: Sebastiano Antonio Pratesi, May 16, 1647

The lords of Gamberaldi were Cavina Pratesi, originating in the hills of Romagna. Anthony Menino, said the Association of Prato, he settled here in 500. Cavina Pratesi I had not yet had noble elegance and good taste, as evidenced by the excellent workmanship of the villa of Gamberaldi. The family crest is original, because it has a checkered band on which is superimposed on a spigot, which is il tappo del foro da cui si spilla il vino dalla botte. Nella seconda metà del '700, nel corso di una furibonda lite fra parenti, uno dei Pratesi fu ucciso con una fucilata. I disaccordi interni indebolirono la famiglia e a Gamberaldi acquistarono importanza anche i Fabroni, che avevano delle proprietà nella zona . Per questo nel ca­seggiato della villa di Gam­beraldi ci sono gli stemmi di ambedue le famiglie.

Facciamo finta di essere dei contrabbandieri con un ca­rico di sale di Cervia e riper­corriamo una delle tante vie che permettevano di entrare nel Granducato di Toscana senza passare dalla dogana di Popolano di Marradi. Se­guiamo il percorso in questa carta topo­grafica (per vedere bene si può cliccare sulla carta e ingrandire). Si parte dal cimitero di monte Ro­mano. Una stradina ci porta fino a Chiesiuola. Percor­riamo il crinale delle Salde fino al Pilastrino, dove c’è un tabernacolo posto in un crocevia al quale an­dremo dritti. Dopo un chilo­metro si arriva al confine granducale, che è segnato, ed è fatta. Non rimane che scendere a Gamberaldi dall a strada dell’ Orticaia. Da qui, con una strada ripidissima si ar­rivava a Marradi, ma oggi la via è più comoda e asfal­tata. E’ difficile? No, e se uno non è tallonato dalla gen­darmeria pontificia non è nemmeno faticoso, per­ché si percorre un crinale a 700 – 800m di quota e i dislivelli sono piccoli. Si vede un bel panorama.

Qui accanto: Un vecchio cippo di confine con lo Stato Pontificio, uno dei pochi rimasti. Sopra: la cartina con il percorso del trekking (si può cliccare sulla carta e ingrandire).

Bibliografia Emanuele Repetti Dizionario geografico storico della Toscana, (1830). Notizie e documenti forniti da Vittorio Cavina Pratesi.

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